Titolo: Sorelle d'Italia
Compagnia: You Night'd Artistz
Di: Roberto Buffagni
Regia:Cristina Pezzoli
Con Isa Danieli, Veronica Pivetti e Alessandro Nidi
Genere: Commedia Musicale
Durata: un'ora e cinquanta minuti
Storia, teatro, comicità; ma soprattutto tanta, tanta musica. Questo, in quattro parole, è "Sorelle d'Italia", spettacolo scritto da Roberto Buffagni in occasione dei 150 anni d'unità d'Italia della nostra penisola. Ma quattro parole non bastano per definire questo calderone d'idee, valori, emozioni, questo inno al senso di patrie d'identità comune. Con simpatia, senza troppa serietà, senza drammi, "Sorelle d'Italia" ci parla di un'Italia che, se pur nelle differenze tra Nord e Sud, non può esistere che in un modo: unita.
Una visione meno femminista di quel che ci si sarebbe aspettato dal titolo; uno spettacolo leggero e simpatico che non poteva non piacere a tutti. Merito soprattutto di una spumeggiante, energica Isa Danieli, che sprizzando vitalità da tutti i pori si è conquistata la simpatia del pubblico fin dal primo momento; o di una Veronica Pivetti che è riuscita a non perdere la sua eleganza neppure nei momenti di maggiore comicità. Ma merito anche di uno spirito creativo sorprendente; un esempio per tutti, la brillante idea di interpretare "Napul'è" in dialetto milanese e "Vincenzina e la fabbrica" di Jannacci in napoletano, a dimostrazione di come le differenze fra Nord e Sud, almeno musicalmente, non siano poi così profonde come si pensa. E sebbene la delicatezza non sia il punto forte dello spettacolo, mai, malgrado parolacce e frequenti scene grottesche, si è scaduto nel volgare; piuttosto, la parlata delle attrici sembrava volersi avvicinare, il più possibile all'italiano di tutti i giorni, una lingua vivace, piena di mille sfumature di significato, di doppisensi comici, di emozione.
Veronica Pivetti e Isa Danieli, di Milano l'una e napoletana l'altra, interpretano se stesse nel ruolo di due attrici che si trovano a lavorare insieme per mettere in scena uno spettacolo sull'unificazione d'Italia. Fra una scena e l'altra, nel camerino, discutono sui rispettivi ruoli e interpretazioni; intervallo per intervallo la conflittualità fra le due cresce, finché giungono a una sfuriata in cui la "polentona" punta il dito contro la "terrona" e viceversa, rinfacciandosi eventi storici e difetti-stereotipo. La Pivetti abbandona la scena, lasciando Isa Danieli sola mentre il pubblico fuori attende; il sipario si chiude sull'attrice rimasta sola e ancora attonita con il tricolore in mano.
Unica pecca dello spettacolo, forse, un primo atto un po' troppo lungo, che mal si prestava alla dura sfida di mantenere alta l'attenzione di un pubblico facilmente portato al sonno, vuoi per l'orario, vuoi per l'aria viziata. Ma l' "errore" è stato prontamente compensato da un finale divertente e originalissimo, proiettato in un immaginario 2061 in cui le due protagoniste si rincontrano a Roma fuggendo dalle rispettive realtà (una Milano arabizzata e una Napoli germanizzata in un'Italia ormai divisa) per rimpiangere, ormai troppo tardi, la passata unità; una conclusione, con un inno di Mameli cantato prima piano, poi via via sempre più fieramente, che ha mosso il cuore di Italiano di ogni spettatore. Una serata piacevole con uno spettacolo che invita a riflettere, ma senza eccessiva serietà e con in più un pizzico di humour, sul nostro senso di identità nazionale.
- Col Bacco