sabato 17 marzo 2012

- Col Bacco recensisce.... "Educazione Fisica"

Educazione Fisica - CRT
Titolo: Educazione Fisica
Di: Manuela Lo Sicco e Sabino Civilleri
Con:  Enrico Ballardini, Alice Conti, Giulia D'imperio, Daniele Giacomelli,Veronica Lucchesi, Dario Mangiaracina, Dario Muratore, Chiara Muscato,Quinzio Quiescenti, Alessandro Rugnone, Francesca Turrini,Marcella Vaccarino, Gisella Vitrano
Genere: Teatro Contemporaneo
Durata: Un'ora senza intervallo


Dove sono i limiti della perfezione? dove può arrivare la pazzia del crearla?
Unificare un ideale, far sgretolare personalità, distruggere valori fondamentali: " Questa è Educazione Fisica, non libertà". E' la storia di un modero "Waldman"*, poiché sostituisce un "Si può fare!" con un "If you can't then you must!" e offre ai suoi ginnici un modello di perfezione esortandoli al raggiungimento dell'Impossibile. Gli stessi oppressori erano oppressi dalla follia del gioco coperti dalla divisa della vittoria che dava potere eliminando qualsiasi forma di razionalità. E lì, all'angolo di quel palco-palestra, quasi come un Big Brother rideva la Pianta, l'unico essere vivente rimasto razionale di fronte a cotanta pazzia degli stolti uomini. I magnifici del "Waldman"* del Basket riescono allora a trovare il vero limite della perfezione: la Distruzione completa ed esaudiente.



*Professore di Frankenstein celebre per la frase "Si può fare!"


- Col Bacco

-Col Bacco intervista.... gli spettatori di "Questi Fantasmi!" con Carlo...

venerdì 16 marzo 2012

- Col Bacco segue.... l'arrivo e l'intervista di Carlo Giuffrè!

- Col Bacco recensisce.... Questi Fantasmi!


Pasquale Loiacono (Carlo Giuffrè) parla con il professor Santanna.
Titolo: Questi Fantasmi!
Di: Eduardo De Filippo
Regia: Carlo Giuffrè
Con: Carlo Giuffrè, Maria Rosaria Carli, Antonella Cioli, Paolo Giovannucci,  Antonella Lori, Piero Pepe, Claudio Veneziano
Genere: Commedia
Durata: Due ore con intervallo








Se una sola scena potesse  rappresentare il teatro italiano probabilmente in molti sceglierebbero quella cui abbiamo avuto il privilegio di assistere grazie a una perla della prestigiosa  stagione “Extraordinario” e col valore aggiunto della grandiosa interpretazione di un mito vivente del  palcoscenico come Carlo Giuffrè: Pasquale Loiacono che racconta dal balcone al professor Santanna, “anima utile che non compare mai”, forse personaggio, forse ognuno di noi dal pubblico, tutta la ritualità della preparazione del caffè come si fa a Napoli. Ancora una volta , come in ogni rappresentazione di  Eduardo De Filippo, le assi del palcoscenico e una scenografia bastano a rappresentare un mondo che nasce da Napoli e finisce con il vestirsi di carattere universale .  E il racconto di una vicenda ambientata in un appartamento di un palazzo del seicento in cui un personaggio sconfitto dalle vicende della vita per amore di sua moglie si lascia raggirare dagli eventi (un presunto fantasma che poi è l’amante di sua moglie)  perché questa è l’unica risorsa che possa salvare  il suo matrimonio,  diventa storia di tutti quegli uomini che , come ultimo tentativo di riscatto da una esistenza costellata di fallimenti, si fanno capaci anche di cedere alla umiliazione di implorare di essere  preso in giro . Perché, diceva Eduardo,  “ I fantasmi non esistono. I fantasmi siamo noi, ridotti così dalla società che ci vuole ambigui, ci vuole lacerati, insieme bugiardi e sinceri, generosi e vili.”

 - Col Bacco

-Col Bacco intervista.... Le sorelle d'Italia! (Isa Danieli&Veronica Piv...

venerdì 9 marzo 2012

- Col Bacco recensisce.... "Sorelle d'Italia"


Titolo: Sorelle d'Italia
Compagnia: You Night'd Artistz
Di: Roberto Buffagni
Regia:Cristina Pezzoli
Con Isa Danieli, Veronica Pivetti e Alessandro Nidi
Genere: Commedia Musicale
Durata: un'ora e cinquanta minuti






Storia, teatro, comicità; ma soprattutto tanta, tanta musica. Questo, in quattro parole, è "Sorelle d'Italia", spettacolo scritto da Roberto Buffagni in occasione dei 150 anni d'unità d'Italia della nostra penisola. Ma quattro parole non bastano per definire questo calderone d'idee, valori, emozioni, questo inno al senso di patrie d'identità comune. Con simpatia, senza troppa serietà, senza drammi, "Sorelle d'Italia" ci parla di un'Italia che, se pur nelle differenze tra Nord e Sud, non può esistere che in un modo: unita.



Una visione meno femminista di quel che ci si sarebbe aspettato dal titolo; uno spettacolo leggero e simpatico che non poteva non piacere a tutti. Merito soprattutto di una spumeggiante, energica Isa Danieli, che sprizzando vitalità da tutti i pori si è conquistata la simpatia del pubblico fin dal primo momento; o di una Veronica Pivetti che è riuscita a non perdere la sua eleganza neppure nei momenti di maggiore comicità. Ma merito anche di uno spirito creativo sorprendente; un esempio per tutti, la brillante idea di interpretare "Napul'è" in dialetto milanese e "Vincenzina e la fabbrica" di Jannacci in napoletano, a dimostrazione di come le differenze fra Nord e Sud, almeno musicalmente, non siano poi così profonde come si pensa. E sebbene la delicatezza non sia il punto forte dello spettacolo, mai, malgrado parolacce e frequenti scene grottesche, si è scaduto nel volgare; piuttosto, la parlata delle attrici sembrava volersi avvicinare, il più possibile all'italiano di tutti i giorni, una lingua vivace, piena di mille sfumature di significato, di doppisensi comici, di emozione.


Veronica Pivetti e Isa Danieli, di Milano l'una e napoletana l'altra, interpretano se stesse nel ruolo di due attrici che si trovano a lavorare insieme per mettere in scena uno spettacolo sull'unificazione d'Italia. Fra una scena e l'altra, nel camerino, discutono sui rispettivi ruoli e interpretazioni; intervallo per intervallo la conflittualità fra le due cresce, finché giungono a una sfuriata in cui la "polentona" punta il dito contro la "terrona" e viceversa, rinfacciandosi eventi storici e difetti-stereotipo. La Pivetti abbandona la scena, lasciando Isa Danieli sola mentre il pubblico fuori attende; il sipario si chiude sull'attrice rimasta sola e ancora attonita con il tricolore in mano.


Unica pecca dello spettacolo, forse, un primo atto un po' troppo lungo, che mal si prestava alla dura sfida di mantenere alta l'attenzione di un pubblico facilmente portato al sonno, vuoi per l'orario, vuoi per l'aria viziata. Ma l' "errore" è stato prontamente compensato da un finale divertente e originalissimo, proiettato in un immaginario 2061 in cui le due protagoniste si rincontrano a  Roma fuggendo dalle rispettive realtà (una Milano arabizzata e una Napoli germanizzata in un'Italia ormai divisa) per rimpiangere, ormai troppo tardi, la passata unità; una conclusione, con un inno di Mameli cantato prima piano, poi via via sempre più fieramente, che ha mosso il cuore di Italiano di ogni spettatore. Una serata piacevole con uno spettacolo che invita a riflettere, ma senza eccessiva serietà e con in più un pizzico di humour, sul nostro senso di identità nazionale.


- Col Bacco